I bianchi del Natale

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I bianchi del Natale

Se la Vigilia vuol dire vino bianco, il Natale parla la lingua del rosso. Tradizione vuole, quasi in tutta Italia, che il cenone del 24 sia a base di pesce, mentre il 25 sia la carne a farla da padrona. La scelta dei vini è quindi quasi obbligata, o almeno in apparenza. Il perfetto Wine Lover sa bene che al pesce non sempre si abbina automaticamente un bianco. Viceversa, non c’è alcuna legge che prescriva solo e unicamente i rossi sulla carne.

Certo, le scelte vanno sempre ponderate e ragionate. Bere un Brunello di Montalcino su un merluzzo in bianco non è la più felice delle scelte, così come una Falanghina del Sannio non riuscirà mai a sostenere la potenza di un piatto a base di ragù di chianina. Per questo siamo qui noi: a suggerirvi qualche abbinamento originale per il pranzo di Natale. Magari qualche assaggio, perché no, proprio di bianco. 

Prendiamo, ad esempio, un Farnito Chardonnay di Carpineto. Vino bianco complesso, morbido, di bella sapidità ed elegantemente armonioso, che fa la sua bella figura anche su piatti di carne bianca: un maiale al forno, un pollo alla griglia, oppure dei formaggi semi-stagionati. Gli abbinamenti, per un vino di tale versatilità e corposità, sono infiniti. 

Alla carne bianca si abbina perfettamente anche un vino come il Vermentino, nelle sue varianti toscane e liguri: vino di buona struttura, con i suoi profumi mediterranei e le sue note aromatiche complesse, regge perfettamente il passo di pietanze grasse e complesse, che spesso accompagnano il nostro luculliano Natale. 

Infine, un vino del Sud Italia: il Greco di Tufo. Non a caso definito spesso, per il suo corpo e la sua persistenza, un “rosso travestito da bianco”. Degustarlo con formaggi giovani, carni di maiale o di vitello, pollo alla griglia e altre preparazioni simili, non è affatto una cattiva idea.

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