Super Tuscan che passione: alla scoperta del Farnito

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Super Tuscan che passione: alla scoperta del Farnito

La Toscana è terra di grandi denominazioni Doc e Docg, dal Nobile di Montepulciano al Chianti Classico, passando per il celeberrimo Brunello di Montalcino. Anche nella patria dei vini più apprezzati al mondo, però, c’è chi non rinuncia alla sperimentazione, a misurarsi con altre tipologie e interessanti blend, figli delle sottozone più vocate della regione. È sicuramente il caso di Carpineto, l’azienda vinicola di Giovanni Carlo Sacchet e Antonio Mario Zaccheo, che nelle proprie cinque tenute dislocate fra Montepulciano/Chianciano, Greve in Chianti, Gavorrano e Montalcino, produce alcuni dei Super Tuscan più apprezzati a livello internazionale.

Stiamo parlando del Farnito, dal nome di un tipo di Quercia toscana chiamata Farnia, prodotto per la prima volta nel 1987 grazie agli studi compiuti su alcuni dei più noti vigneti internazionali come Chardonnay e Cabernet Sauvignon. La prima tipologia che vi presentiamo è proprio quest’ultima: un intenso e corposissimo Farnito Cabernet Sauvignon in purezza, proveniente dalle uve coltivate a Gaville(frazione di Greve in Chianti, dove troviamo anche gli ulivi da cui Carpineto produce l’olio extravergine d’oliva) e Chianciano/Montepulciano. La vinificazione delle uve avviene in recipienti separati, a contatto con le bucce (come di consueto per i vini rossi) e con tempi che vanno dai 10 ai 15 giorni. È già qui, nelle vasche di fermentazione, che nasce la grande struttura di questo vino, la sua pronunciata corposità, i suoi profondi sentori di frutta rossa, liquirizia, vaniglia e spezie.

L’affinamento avviene in piccole botti di rovere, dove il vino rimane dalla primavera in cui è stato prodotto fino al gennaio successivo. Dopodiché avviene il trasferimento in bottiglia, dove rimane per un periodo non inferiore agli otto mesi prima di essere messo in commercio. L’affinamento in vetro fa ritrovare al vino quella stabilità, quella rotondità e quell’equilibrio di sapori seguiti all’invecchiamento in legno. Quest’ultimo, infatti, con la sua peculiare ossigenazione, serve a conferire al vino sentori più marcati dal punto di vista olfattivo; il conseguente affinamento in bottiglia riduce le “spigolature”, contribuendo a creare un vino sapido, gustoso e non troppo pronunciato in una direzione o nell’altra (ad esempio: se sa troppo di legno; se presenta un tannino troppo vistoso; se si sente troppo l’alcool, e così via).

Il Farnito è un vino per occasioni importanti, adatto a una cucina di carne e di terra fatta di arrosti, selvaggina o zuppe di grande sapidità. L’uva Cabernet Sauvignon, già di per sé molto corposa e profumata, rende qui al massimo delle sue potenzialità, contribuendo a creare un nettare che, se conservato con le dovute cure, può essere consumato anche dopo venti o trent’anni dall’imbottigliamento. Un vino di pregio per una serata speciale.

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