Se capitate in una vigna all’inizio della primavera, fateci caso: se osserverete una vite potata, vedrete una piccola lacrima che si forma sul ramo e cade in terra. La vite piange, ma non è un pianto di dolore: è piuttosto un pianto di gioia, il simbolo di una nuova primavera.
Un episodio incredibile e poetico che custodisce però in sé una spiegazione assolutamente scientifica: tra fine marzo e inizio aprile, la vite ricomincia la sua attività linfatica e quelle che a noi sembrano le lacrime di un pianto commosso sono in realtà gocce di linfa, che scorrono dal fusto fino ai rami. Quasi una cicatrizzazione delle “ferite” della potatura, per ritrovare un po’ di poesia.
Anche sul periodo dell’anno in cui questo fenomeno avviene c’è una spiegazione legata alla biologia: le attività linfatiche infatti riprendono quando la temperatura si alza, in modo continuativo oltre i 10 gradi centigradi. Non a caso la primavera viene associata al risveglio della natura: è il momento che segna la ripresa del suo ciclo vitale. Il metabolismo si riattiva grazie agli zuccheri semplici, che allo stesso tempo si trasformano in amici e riprendono la respirazione cellulare della pianta. É il primo passo di un lungo e meraviglioso cammino che terminerà con la crescita di rigogliosi grappoli.
Per Carpineto il pianto della vigna è l’ultimo di un lungo processo di cure, attenzioni e standard di qualità precisi e misurabili, diversi a seconda della stagione. Ovviamente a partire dal lavoro in vigna, ma anche la stessa potatura di avvale di criteri quantitativi definitivi. Basta pensare che i nostri vini più pregiati nascono da vigneti con una resa di circa 1 kg di uva per pianta: in pratica, da ogni ceppo ricaviamo una bottiglia. Questo è indispensabile per non stressare la vite in termini di produttività, e fare in modo che arrivi al momento della ripresa linfatica nel pieno delle sue energie.
Questo vale per ogni tenuta e per ogni vigneto Carpineto. E vale per le bottiglie di largo consumo come per gli Appodiati, o anche per le Grandi Denominazioni che hanno reso i vini toscani i più conosciuti al mondo: parliamo del Nobile di Montepulciano, del Brunello di Montalcino, del Chianti Classico. Come recita un detto popolare, ogni vino buono nasce in vigna: e a Carpineto, questo detto si prende alla lettera.