Montalcino: tra storia e cultura, la nascita del Brunello e di Carpineto

Wine itineraries
di Giuseppe Petronio
Montalcino: tra storia e cultura, la nascita del Brunello e di Carpineto
Giuseppe Petronio

Giuseppe Petronio

Calabrese di origine e romano di adozione. Ingegnere ambientale per studio, amante del vino e sommelier per passione, comunico i sapori del vino e le emozioni che mi attraversano accompagnandole con fotografie e racconti.

Come non essere affascinati da una denominazione così importante e conosciuta come quella del Brunello di Montalcino

Proprio da pochi giorni sono tornato dal mio viaggio nel piccolo borgo di Montalcino, che, insieme ad altri piccoli comuni circostanti della provincia di Siena, fa parte del Patrimonio Mondiale UNESCO

La Val d’Orcia è un vero e proprio connubio di arte e natura, un dipinto che racconta, con i suoi vigneti, l’intreccio tra le meravigliose caratteristiche naturali e l’impronta dell’uomo sul territorio che crea un paesaggio incantato da vivere in tutte le stagioni dell’anno.  

La storia del vino è legata a questi luoghi da molto tempo, è grazie ad alcuni ritrovamenti archeologici infatti che sappiamo che sin dall’epoca etrusca la zona di Montalcino ha grande vocazione per produrre vini di altissimo livello. 

Ripercorrendo un po’ la storia, esistono diverse testimonianze di come nel Medioevo ci sia stato un grande apprezzamento del Moscadello di Montalcino, dolce e aromatico, conosciuto grazie al passaggio dei viaggiatori di passaggio diretti verso Roma. Nell’Ottocento poi, con l’avvento delle malattie della vite e della fillossera, questo vitigno viene sostituito lasciando il posto al Sangiovese, vite tradizionalmente coltivata nella zona, permettendo la nascita del Brunello di Montalcino. 

È in particolare negli anni dell’Unità d’Italia che la vinificazione del Sangiovese in purezza, maturato in botte, si intensifica e arriva ad avere ottimi risultati. In quegli anni fu per primo Clemente Santi, passando alla storia, a presentare la prima bottiglia col nome Brunello di Montalcino, intuendo il grande valore commerciale di questo vino. Nel 1869 un suo Vino Scelto, della vendemmia 1865, fu premiato con medaglia d’argento dal Comizio Agrario di Montepulciano.  

Negli anni successivi il Brunello ottiene altri importanti riconoscimenti internazionali facendosi valere anche nei più famosi concorsi francesi. Da qui si susseguirono alti e bassi, grandi annate e fallimenti, tra esperimenti, selezioni varietali e affinamento della tecnica, solo poche aziende all’inizio del ‘900 continuarono a perseguire con continuità il progetto relativo a questa denominazione. 

Solo nel 1966 il Brunello di Montalcino diventa un vino Doc e l’anno dopo istituisce il suo Consorzio.  

Proprio in quegli anni, in particolare nel 1967, Giovanni Carlo Sacchet ed Antonio Mario Zaccheo fondarono la Carpineto col proposito di produrre grandi vini di livello internazionale, partendo dalla zona del Chianti ed estendendo poi la produzione di qualità, negli anni a seguire a Montepulciano, in Maremma e proprio a Montalcino. Una rivoluzione, per quei tempi condotta dai due soci che videro nella Toscana un enorme potenziale, una terra dove poter produrre grandi vini applicando le tecniche più all’avanguardia e dove poter aumentare gli standard qualitativi dell’epoca, riuscendoci ampiamente. Sotto la loro direzione, la Carpineto è cresciuta fino a diventare un brand dal successo internazionale che attualmente esporta i suoi prodotti in 70 paesi del mondo.  

In Italia, per i mondo del vino in generale, si ebbero tuttavia alcuni anni di difficoltà, basti ricordare lo scandalo del metanolo che a metà degli anni ’80 sconvolse il mondo produttivo, anni seguiti poi da una grande rivoluzione nella qualità e nei controlli che portarono il mondo del vino italiano negli anni ’90 a risollevarsi, e il Brunello di Montalcino a diventare rinomato e apprezzato grazie ad ingenti investimenti nella zona di produzione e alla grande diffusione nei mercati esteri. 

Carpineto nel tempo ha sempre perseguito la produzione di qualità e oggi resta sempre a conduzione familiare e per me, in questo periodo di lockdown appena trascorso, è stato un immenso onore essere in diretta Instagram proprio con uno dei suoi maggiori rappresentanti, Antonio Michael Zaccheo, per degustare insieme e confrontarci. 

L’azienda agricola Carpineto a Montalcino è una delle più alte della denominazione a circa 500 metri sul livello del mare. Gli antichi casali in pietra di inizio ‘800 sono circondati da oltre 10 ettari di vigneto piantati a Sangiovese Grosso in piena vista della fortezza di Montalcino, da uno storico uliveto e da un fitto bosco di macchia mediterranea che protegge dai venti umidi e caldi provenienti dalla Maremma. 

Il suolo è di natura sedimentaria con uno scheletro di galestro (roccia friabile) sotto accumulazioni argillose di epoca pliocenica (15 milioni di anni fa). La leggera esposizione verso nord, in posizione panoramica e ventilata, dona ai vini di questa tenuta di totali 53 ettari un microclima unico che conferisce al Brunello intensi e complessi profumi di frutti di bosco, ciliegia e spezie mediterranee supportati da una bella freschezza, eleganza, bella struttura e grande longevità.   

Premi invio per effettuare la ricerca e esc per annullare.