Le mille doti del Brunello

Into the wine
di Enrico Nocera
Le mille doti del Brunello
Enrico Nocera

Enrico Nocera

Sommelier diplomato alla Scuola Europea Sommelier e giornalista enogastronomico.

Nel mondo enoico, dire Toscana è come dire Brunello di Montalcino. Fra le grandi denominazioni che questa regione può vantare, il Brunello è sicuramente una delle più riconosciute e apprezzate al mondo.

Intuitivo capirne il perché: finezza, armonia, longevità, struttura. Sono solo alcuni degli aggettivi che ben descrivono questo vero e proprio nettare nato dalle uve di Sangiovese Grosso che, con le loro viti, disegnano il profilo delle colline attorno Montalcino.

Aggettivi che, al contempo, ci ricordano come il Brunello sia un vino sia elegante che versatile, capace di essere apprezzato in varie occasioni della giornata.

Un vino da meditazione

Un vino così definito è quello che si presta a essere degustato da solo, senza per forza essere abbinato a un piatto. Il Brunello è vino complesso e strutturato, capace di regalare sentori ed emozioni profondissime a ogni singolo sorso.

Man mano che riposa nel calice, aprirà gradualmente il suo bouquet alle nostre narici, rivelando particolari sempre diversi di volta in volta. Immaginatevi seduti in poltrona, magari alla luce di un lume, con un libro aperto sulle ginocchia e il calice poggiato sul tavolino.

Ecco il momento perfetto che descrive i vini da meditazione

Un vino da conversazione

Cosa c’è di meglio che condividere un calice di vino con amici, parenti o con la persona amata?

Meglio se il vino in questione è un grande vino, che – ancora una volta – non ha bisogno per forza di un piatto abbinato allo scopo di esaltarne le caratteristiche organolettiche.

Ecco: il Brunello è un perfetto compagno per chi vuole scambiare due chiacchiere, al tavolino dell’enoteca come in casa.

Un vino da collezione

La longevità è uno dei maggiori pregi del Brunello. Non è raro trovare bottiglie di dieci anni o più sugli scaffali delle enoteche. Un Brunello di un’annata cinque stelle, ad esempio, potrà essere acquistato giovane, appena uscito sul mercato, ed essere conservato negli anni a venire, così da valorizzarne gusto, sentori e – non ultimo – valore.

Bisognerà, ovviamente, trovare un buon metodo di conservazione: chi lascia la propria bottiglia su uno scaffale in cucina – che si trova magari in prossimità dei fornelli – e poi pretende di ritrovarla perfetta dopo dieci anni, si illude.

C’è bisogno di ambienti a temperatura controllata: chi non ha la fortuna di ritrovarsi una cantina sotto casa, può facilmente procurarsi delle cantinette che mantengono inalterate le caratteristiche del vino.

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