Dogajolo Toscano Bianco: il vino perfetto per brindare alla Primavera che sboccia

Into the wine
di Carla Benvenuto
Dogajolo Toscano Bianco: il vino perfetto per brindare alla Primavera che sboccia
Carla Benvenuto

Carla Benvenuto

Del 1988, romana con sangue 100% calabrese. Laureata in Comunicazione e studentessa FISAR. La scrittura e il vino sono le mie due più grandi passioni e non potevo far altro che coniugarle.

Stiamo vivendo un momento storico molto particolare e delicato. L’emergenza di cui tutti siamo a conoscenza ci ha costretti in casa fermando la maggior parte delle attività. Ma la natura ed il corso degli eventi non subiscono stop. Le giornate si allungano, i fiori sbocciano,   il paesaggio rinasce, le rondini volano, le temperature si alzano...

Una delle stagioni che preferisco, nonostante tutto, è finalmente arrivata. Dopo l’inverno, dove tutto è freddo e dormiente, la Primavera è la stagione della rinascita, e oggi più che mai la accogliamo come il simbolo di un nuovo inizio. Anche per la pianta della vite in questo periodo dell’anno inizia un nuovo ciclo di vita che per me rimane uno dei più affascinanti tra le piante presenti in natura. 

Durante la stagione fredda il vigneto si è spogliato della sua folta chioma di foglie dando al paesaggio quel tipico aspetto arido e secco. Ora invece lentamente si sta “risvegliando” e lo fa attraverso il caratteristico pianto della vite

Il pianto altro non è che la fase che precede il germogliamento. Questa fase viene chiamata così perché consiste nell’emissione di liquido dalle ferite di potatura presenti sui rami della vite. In inverno infatti il vignaiolo provvede ad effettuare la cosiddetta “potatura secca”, ovvero seleziona i rami che dovranno poi dare i frutti tagliando quelli superflui.

Questa pratica è molto importante e delicata poiché ha l’obiettivo di ottenere l’equilibrio tra l’attività vegetativa e l’attività produttiva della pianta e ha ripercussioni sulla resa e sulla qualità dell’uva che si raccoglierà durante la vendemmia. Tra Marzo e Aprile invece, quando le temperature cominciano ad alzarsi, fuoriesce dai tagli di potatura la linfa, questo è dovuto da una parte alla riattivazione del metabolismo degli zuccheri e alla conseguente riattivazione della respirazione cellulare e dall'altra all'elevato livello di assorbimento che caratterizza le radici che, proprio in questa fase, tocca il punto massimo.

Questa linfa è come se andasse a cicatrizzare le ferite provocate dai bruschi tagli subiti. Ecco perché si chiama pianto. È un vero e proprio miracolo della natura, se ci pensate. La vite inizia così la fase di germogliamento che consiste nell’ingrossamento delle gemme con la conseguente fuoriuscita dei germogli che poi diventeranno i futuri tralci. Verso Maggio invece seguirà la fioritura, momento molto importante perché dalla fecondazione dei fiori si otterranno i frutti che a settembre, dopo la vendemmia, diventeranno vino. 

Per celebrare questo momento di ripresa del ciclo della vite, che poi alla fine ci regalerà il nostro tanto amato nettare degli Dei, ho scelto il Dogajolo Bianco di Carpineto complice anche l’etichetta che dà molto l’idea di Primavera e rinascita in cui è raffigurato un ramo di Acacia che richiama il fresco profumo del vino e che con le sue foglie color oro ne sottolinea la delicatezza.

Questo vino è molto importante poiché è il risultato di un attento studio di zonazione che l’Azienda Carpineto ha condotto nell’area di Chianciano volto all’individuazione dei terreni con le caratteristiche più adatte alla coltivazione delle varietà di uve bianche che compongono il Dogajolo ovvero Grechetto, Chardonnay e Sauvignon Blanc.

Le uve, rigorosamente selezionate e raccolte a mano, vengono private dei raspi, raffreddate e lasciate per un breve periodo a macerare sulle proprio bucce. In seguito il succo viene pressato e decantato e, successivamente, si procede alla fermentazione a temperatura controllata. 

II vino ottenuto viene immediatamente filtrato e tenuto a basse temperature per una spontanea e naturale stabilizzazione ed anche per mantenere le caratteristiche fruttate prodotte dalla fermentazione.

Al calice si presenta limpido, di colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Il naso è volutamente delicato, con note aromatiche presenti ma non invasive e sentori di frutta, mela soprattutto, ma anche un leggero accenno di vegetale. In bocca il sorso è pieno, di buon corpo, giusta acidità e sapidità ben bilanciata. Un gusto perfettamente equilibrato con un finale vellutato ed una media persistenza.

Da servire ad una temperatura di 10-12 gradi ben si presta all’abbinamento con piatti tipici della cucina mediterranea, frutti di mare e carni bianche. Ottimo come aperitivo per accompagnare taglieri di salumi e formaggi o sott’oli, è sicuramente il compagno ideale per queste belle giornate che stanno arrivando.

Il Dogajolo Bianco è un vino elegante, di classe, per palati raffinati. Tuttavia è giovane, fresco e di facile beva, quindi adatto a tutte le occasioni. Un vino insomma per tutti i giorni. Mai come adesso dobbiamo circondarci di pensieri positivi e piccoli momenti felici, quindi, nonostante il periodo difficile che stiamo vivendo cerchiamo di goderci ciò che la natura ci dona, l’arrivo della bella stagione  e lasciamoci  coccolare sempre da una buona bottiglia di vino

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