Ci siamo. Mancano poco più di dieci secondi. La tensione è palpabile, il pollice già pronto sul tappo dello spumante, parenti e amici scandiscono il conto alla rovescia col bicchiere in mano. Mezzanotte del 31 dicembre ancora non è arrivata, e già il wine lover che è in noi si sente svenire: tutti quei bicchieri sono di plastica! Ecco come rovinare quella bottiglia che avete portato qualche ora prima con tanta fierezza. Ok, siamo in tanti. Lavare tutti quei flute, dopo, sarebbe una fatica immane. Il wine lover in versione comprensiva tenta di passar sopra questo particolare (che è tale per gli altri, non certo per lui!). Ma si accorge ben presto che, forse, una sola bottiglia non basterà per tutti. Ne servirebbe una di scorta. Meno male che c’è chi, come lui, è previdente e va a prenderla in frigo prima che il countdown finisca. Due secondi e siamo di nuovo tutti in cerchio attorno allo spumante. Tre, due, uno: tanti auguri! I tappi saltano, la schiuma scorre, il vino viene versato nei bicchieri. Ed ecco il secondo sussulto al cuore. Stavolta quasi fatale: quello è uno spumante Brut! L’abitudine di bere spumante Brut con i piatti dolci, come quelli che si mangiano durante il suddetto countdown di Capodanno, è talmente diffusa da risultare incomprensibile. Uno stridere di aromi e sapori che lasciano un gusto metallico in bocca difficile da mandar via, frutto dell’incontro – o per meglio dire scontro – fra gli zuccheri del cibo e la sapidità del vino. L’abbinamento, in tal caso, è fra i meno difficili e fra i più intuitivi al mondo: a piatto dolce corrisponde vino dolce. Niente di più, niente di meno. Anche lo spumante dovrà quindi corrispondere a queste caratteristiche. In alternativa si può provare un passito, o persino un aromatizzato come il vermouth. Mai, assolutamente mai, lo spumante Brut. Cominciare bene l’anno, al primo rintocco del 2019, non è quindi cosa troppo difficile: basta attrezzarsi per tempo e scegliere uno spumante dolce, possibilmente di buona qualità. È scontato precisarlo? Non tanto. Un altro errore è quello di fidarsi di spumanti che di dolce hanno solo la carica zuccherina aggiunta. Meglio quelli derivati da uve già aromatiche, come il Moscato o la Malvasia.