Aprile, dolce dormire. Per molti, ma non per tutti. La vite, ad esempio, risorge a nuova vita, risvegliandosi dai torpori invernali e tornando a colorarsi con le sue gemme.
Marzo è il mese del “pianto”. La linfa torna a scorrere nei tralci e fuoriesce dalle “ferite” lasciate dalla potatura. È il segnale che l’attività vitale sta tornando in tutto il suo splendore. A un mese circa dal pianto, quindi verso la seconda metà di aprile, le gemme iniziano a rigonfiarsi e, pian piano, comincia a comparire il germoglio.
Non esiste un giorno preciso per il germogliamento; di solito è una questione di temperatura, che soprattutto per le varietà collinari oscillerà intorno ai 10 gradi. Le gemme del Sangiovese, ad esempio, da cui nascono vini toscani illustri come il Brunello di Montalcino o il Nobile di Montepulciano, cominciano a germogliare proprio intorno a questa temperatura, mentre varietà di montagna come sulle Dolomiti o in Val d’Aosta si “accontentano” anche di un paio di gradi in meno.
La gemma sarà ben rigonfia quando il verde delle prime foglioline farà la sua comparsa. È la fase in cui la vite torna a colorarsi e a “rivestirsi”, che dura all’incirca per 40 giorni. Vedremo così le foglie allungarsi, prima indistintamente, poi ben distinguibili l’una dall’altra, fino a che poi – agli inizi dell’estate – il frutto comincerà a farsi strada e a crescere.
Il germogliamento segna, quindi, la vera e propria ripresa dell’attività vegetativa della vite, che porterà poi alla fioritura (in maggio), all’allegagione (l’accrescimento dei frutti, vale a dire i grappoli d’uva), fino all’invaiatura d’agosto, quando i grappoli cominceranno ad assumere il loro colore definitivo. Un piccolo miracolo che la Natura rinnova ogni anno.