Un piccolo miracolo enologico nello spazio di una barrique: i lieviti del vino che, dopo la fermentazione alcolica, tornano letteralmente in vita. Quella del bâtonnage è una tecnica che prevede il rimescolamento dei vini in affinamento, lasciando che le fecce – ossia i residui dei lieviti utilizzati per la fermentazione alcolica – tornino in superficie. Tutto ciò avviene alla fine del processo di fermentazione, quando il vino avrà già raggiunto un certo grado di affinamento. Assistere al processo è davvero cosa rara e affascinante: i lieviti “esplodono” all’interno del vino, formando una nuvola in sospensione che, a mano a mano, rilascia le sue proprietà al nostro nettare preferito. Risultato raggiunto grazie a un lungo e sottile bastone introdotto nella barrique, che viene poi “agitato” per il rimescolamento delle fecce. A questo punto, descritto il processo e la tecnica, sarete certo curiosi di conoscerne i motivi. Perché si ricorre alla pratica del bâtonnage? Tralasciando le nozioni troppo tecniche, il motivo si può semplicemente spiegare ricorrendo alle caratteristiche fisico-chimiche del vino. Abbiamo spesso parlato, in molti altri articoli, dei tannini, molecole naturali del vino (e non solo del vino!) che contribuiscono a delinearne colore, corpo e struttura. Ecco: il rimescolamento dei lieviti fa sì che i tannini “leghino” nuovamente fra loro, facendoli risvegliare dalla leggera sonnolenza cui l’affinamento in barrique li ha adagiati. Grazie al bâtonnage, quindi, avremo tannini più solidi e reattivi. Il risultato nel calice? Un vino dal corpo più pieno e pronunciato, sia esso bianco o rosso, e dai profumi più intensi.