Dal legno alla bottiglia: come avviene l’affinamento del vino

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Dal legno alla bottiglia: come avviene l’affinamento del vino
Il vino è materia viva, e come tale passa più fasi nel corso della sua vita. Dalla forma “solida” delle uve fino al nettare che ritroviamo nella bottiglia, il percorso può essere più o meno lungo ed elaborato a seconda del prodotto che vogliamo ottenere.

Un vino giovane dai sentori fruttati e floreali e di pronta beva, ad esempio, subirà meno passaggi rispetto a un vino di grande struttura e di ampio bouquet, proprio per conservare gli aromi primari che sono tipici delle uve da cui viene ricavato.
 
L’appassionante mondo dell’enologia ci insegna come i vini più strutturati, da cui vogliamo tirar fuori una grande varietà di sentori e sapori, vivono un processo di cantina che può durare anni. Dalla trasformazione del mosto in vino, fino alla sua introduzione sugli scaffali dell’enoteca, esistono una serie di fasi che sono fondamentali per ottenere prodotti di una certa importanza. 

Pensiamo, anzitutto, all’affinamento in legno. In particolare, quello che avviene all’interno delle piccole botti chiamate barriques: 225 (o più raramente 228) litri di capienza, che servono ad ossigenare il vino e ad arricchirlo con tutta una serie di aromi detti terziari (il cuoio, la vaniglia, la liquirizia, il cacao, il pepe e così via) che, se utilizzati con sapienza, arricchiscono il prodotto finale.

È, questo, un processo comune nei vini dove troviamo la denominazione “Riserva”, che secondo disciplinare vengono affinati in legno almeno un anno in più rispetto alla versione base. Per fare qualche esempio: un Chianti Classico Riserva vivrà questo processo di affinamento per almeno un anno in più rispetto al Chianti Classico base.

Lo stesso si può dire per il Brunello di Montalcino e per il Nobile di Montepulciano rispetto ai loro “fratelli minori”: il Rosso di Montalcino e il Rosso di Montepulciano.
Il legno non è però l’ultima fase di questo cammino che il vino intraprenderà dalla vigna fino alla tavola.

Spesso, le aziende vitivinicole decidono di affinare in bottiglia il loro prodotto per un tempo più o meno lungo – che può durare da pochi mesi a interi anni! – al fine di “stabilizzare” il vino, facendogli arrotondare tutte le asperità olfattive e gustative che l’invecchiamento in botte può aver portato con sé.

Visitando un’azienda vinicola capiterà spesso di vedere delle bottiglie non ancora etichettate: le stesse che troveremo sui nostri scaffali di fiducia quando sarà terminato il processo di stabilizzazione.

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