
La 2011 conferma questo trend: colore ancora vivo, naso piacevolmente avvolto dalla frutta rossa matura e dai retro-sentori di sottobosco, gusto pieno, caldo, armonico. Una Riserva di grande spessore che ritrovo, nelle sue caratteristiche, in una 2010 ferma nei suoi propositi: tannino ancora presente, nonostante l’età che si avvia alla doppia cifra, bilanciato dalla piacevole acidità e dalla morbidezza alcolica. Vini strutturati, di corpo, avvolgenti, che dipingono un decennio denso di soddisfazioni, sia in vigna che in cantina. Siamo nel 2007: i sentori olfattivi virano verso le confetture, lasciando spazio ai terziari ma con un frutto ancora ben presente. Il sorso è ancora fresco e armonico, lungo e persistente. I dodici anni di età, d’altra parte, fanno sembrare questo vino come un ragazzo che ha ancora una vita piena di prospettive e soddisfazioni dinanzi a sé. A patto che segua – e non ho dubbi in merito – i consigli dei colleghi più “attempati”. Di nome, ma non di fatto. Partiamo dall’annata 1995: confettura di frutti di bosco, di quella da assaggiare con soddisfazione direttamente col cucchiaino, senza “sporcarla” con le fette biscottate. Aromi terziari ben integrati col frutto: tabacco, cacao, caffè, note balsamiche e ferrose che si fondono in un sorso lunghissimo, fine, persistente, che accarezza il palato con una freschezza ancora ben viva e presente a se stessa. Roba da non crederci: 24 anni di età in un calice che sembra poter dire la sua ancora per gli anni a venire. Prova ne sia lo splendido trentenne dell’annata 1989. Aromi di confettura dove il frutto dice ancora la sua: croccante, saporoso, armonico nel suo spingersi oltre i confini del tempo. Un vino ancora scattante, mai “seduto”, ancora fresco e soddisfacente al palato. Il Nobile, se vinificato con passione e competenza come avviene qui, è ormai affermato come uno dei vini più grandi d’Italia.