Introdotto dagli arabi nell’Undicesimo secolo; inventato addirittura dagli antichi romani, da cui il termine latino “torrere” (tostare); preparato per la prima volta a Cremona in occasione delle nozze tra Bianca Maria Visconti e Francesco Sforza nel 1441. Le storie e le leggende intorno alla nascita del torrone, tipico dolce italiano e spagnolo, sono parecchie. Come ogni pietanza storica, la sua origine si perde lontano nel tempo, fra popoli e culture diverse, tutti figli del Bacino del Mediterraneo.
Parliamo di un dolce generalmente di consistenza dura – anche se esiste la variante più morbida – a forma di lungo rettangolo, condito con i più svariati ingredienti: in genere mandorle o nocciole, ma possiamo trovare anche torroni al cioccolato, al limone, al pan di spagna, ai pistacchi: ce n’è davvero per tutti i gusti. Un dolce che viene tradizionalmente mangiato, specialmente sulle tavole italiane, nel periodo di novembre, durante il periodo di Ognissanti.
L’abbinamento vinicolo è quello dolce per eccellenza. Qualunque vino “classico” non reggerebbe la carica zuccherina della pietanza, che necessita di un abbinamento per concordanza: a piatto dolce si abbina vino dolce. La prima scelta, soprattutto per i torroni ripieni alla mandorla, è il Vinsanto: corposo, morbido, caldo e dalla spiccata tendenza balsamica, ripulirà il palato invitandovi al secondo morso, senza badare troppo alla glicemia.
Per quei torroni ricoperti di cioccolata, invece, possiamo virare su un vino rosso aromatizzato, che non risulti stucchevole al confronto col cioccolato. Un Barolo chinato, ottenuto tramite la corteccia di china e aromatizzato – tra le altre cose – con rabarbaro e genziana, terrà tranquillamente testa a un morso così ricco e opulento, che necessiterà di un sorso altrettanto corposo.
Il vostro torrone è aromatizzato o ripieno di limone? Qui il gioco si fa duro. È noto che il matrimonio vino-limone, anche se zuccherato, non sia tra quelli dove i coniugi vanno più d’accordo. Per questo vi consigliamo un infuso come il limoncello, dove la concordanza non è solo nella tendenza dolce, ma anche nell’ingrediente principe utilizzato